Settembre 2014
Con una solerzia tutta
italiana il 9 settembre 2014 arriva in discussione alla Commissione Agricoltura
della Camera dei Deputati una proposta di legge presentata il 25 marzo 2013
dall’onorevole Nicodemo Nazzareno Oliverio, dal titolo: Interventi per il
settore ittico. La proposta di legge prende lo spunto dalla consapevolezza che
la filiera ittica vessa in crisi profonda, con l’occupazione in vistoso calo
dal 2002 e, nella sua introduzione, attribuisce le ragioni di tale crisi alle
più svariate ragioni fuorché all'unica reale, cioè il depauperamento dello
stock ittico a causa dell'eccessiva pressione di pesca mai normata nei decenni
precedenti.
Alle 11,30 del 9
settembre in Commissione Agricoltura inizia l’audizione degli “esperti”,
ovvero: Alleanza delle Cooperative (Agci Agrital-Pesca, Federcoopesca e Lega
Pesca); Associazione Marinerie d'Italia e d'Europa; Associazione nazionale
autonoma piccoli imprenditori della pesca (Anapi Pesca); Associazione
piscicoltori italiani (Api); Federpesca; Impresa pesca-Coldiretti; UeCoop;
Unicoop Pesca.
Vorrei innanzitutto
sottolineare che maggior parte di questi signori, definiti “esperti” dalla
Commissione Agricoltura ed auditi come tali, sono i rappresentanti dei predoni del mare
che hanno saccheggiato il Mediterraneo negli ultimi cinque lustri, coloro i
quali si sono opposti per anni ad un aumento delle misure minime del pescato,
ad un aumento della misura minima delle maglie delle reti, ad una moratoria
delle tecniche non selettive, alla presenza di un georadar sui pescherecci per
monitorare le aree di pesca e hanno chiesto ed ottenuto deroghe alle
moratorie europee come, per esempio, la pesca-strage del bianchetto.
In altre parole è come
se chiedessimo ad un branco di pedofili un'opinione vincolante in merito ad una
legge contro la pedofilia!
Ma ritorniamo
all'autore di questa infausta proposta di legge, il nostro caro onorevole
Nicodemo Nazzareno Oliverio; costui è un politicante di carriera, classe 1956,
laureato in scienze politiche, confluito nel PD attraverso un'iperbole che
spazia dalla allora Democrazia Cristiana, passando per il Partito
Popolare Italiano, l'Ulivo e la Margherita. Di lui le cronache hanno parlato (a
dire il vero molto poco) in quanto imputato in uno dei processi sullo scandalo
del patrimonio scomparso della Democrazia Cristiana, accusato con altre 14
persone per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale aggravata e, lo
scorso 27 novembre, per aver presentato un Decreto Legge sulla cannabis identico
nel titolo e nella sostanza ad un'altro DDL presentato, però, il 12 novembre
dall'onorevole Zaccagnini ..... evidentemente entrambi si rivolgevano allo
stesso laureando che gli scriveva i testi dei DDL ..... insomma, siamo di
fronte ad un vero politico di razza ...... italiana!
Come ho già affermato
prima, l'analisi introduttiva alla proposta di legge "Interventi nel
settore ittico" di Oliviero non cita in alcun modo il depauperamento del
mediterraneo, ma pone le ragioni della crisi del comparto in seno alla maggior
crisi economica internazionale, all'innalzamento dei costi di produzione, alla
frammentazione della filiera ittica, alla rete distributiva, alla
polverizzazione dei punti di sbarco e bla bla bla bla! Insomma un mucchio di
cazzate che nemmeno un bambino delle elementari avrebbe il coraggio di
scrivere, perchè sarebbe palese il fatto che il settore è in crisi in quanto
non c'è più pesce nei nostri mari.
Ma la misura viene
colmata quando, affrontando l'articolo 24, si parla di una tassa a carico dei pescatori
sportivi (un permesso di pesca rilasciato a titolo oneroso) destinata a
sostenere le spese di funzionamento delle associazioni delle cooperative di
pesca professionale.
In parole povere le
spese dei vari consigli di amministrazione di questi enti che tutelano i
pescatori professionisti ed i progetti (quasi sempre inutili e fallimentari
come, per esempio, il turismo di pesca) delle stesse associazioni!
Se non vi si è ancora
spappolato il fegato potrete notare che:
a) il parlamentare in
questione è il classico pappone della politica italiana,
b) la proposta di
legge non è suffragata da alcuna analisi scientifica,
c) la sostanza del
decreto legge è quella di applicare un nuovo balzello,
d) detto balzello è
finalizzato a sostenere gli inutili ruoli istituzionali (le cadreghe) a
piramide della casta,
e) siamo un paese di
merda!
Eppure i dati
scientifici ci sono e non devono nemmeno essere commissionati all'esperto di
turno vicino al partito, perchè si trovano già in rete e sono di pubblico
dominio.
Vorrei giusto citare
un paio di ricerche scientifiche che di recente si sono occupate del vertice
della catena alimentare mediterranea e che sono di facile reperibilità sulla
rete:
- “Elasmobranchs of
the Mediterranean and Black Sea: Status, Ecology and Biology”; è stato condotto
dalla Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo, uno dei diversi
organismi regionali della FAO che lavora nel settore pesca. Lo studio ha
scoperto che le specie di pesci cartilaginei (Elasmobranchi), come gli squali e
le razze, "sono di gran lunga il gruppo di pesci marini più a rischio
d'estinzione nel Mediterraneo e nel Mar Nero, dove si è a conoscenza di 85
specie. Delle 71 specie stimate nel Mar
Mediterraneo nel 2007, 30 di esse (vale a dire il 42%) sono oggi state definite
sotto minaccia, tra queste il 13 % “in condizioni critiche di estinzione”, l'11% “a rischio” ed il 13%
“vulnerabili”. Le loro caratteristiche
biologiche tra cui il basso tasso di fecondità, una maturità tardiva e la
crescita lenta li rendono più vulnerabili rispetto ai pesci con le lische,
poiché i loro tassi di rigenerazione sono più lenti.
- “Il declino degli
squali nel Mediterraneo: il sunto di una nuova analisi scientifica”; è stato condotto
nel 2008 da Francesco Ferretti, finanziato in parte dal Lenfest Ocean Program
e pubblicato dalla rivista scientifica Conservation Biology. Ci spiega che gli
squali del Mediterraneo stanno scomparendo: in due secoli la loro presenza si è
ridotta del 97%, raggiungendo praticamente “livelli funzionalmente estinti” con
gravi conseguenze sul tutto il bacino che, perdendo i predatori in cima alla
catena alimentare, entra in corto circuito.
Ma la casta dei
papponi cosa fa? Elegge i papponi sottoposto al rango di esperti, i quali, a
loro volta, recuperano qua e là qualche studio di settore incompleto e non
aggiornato, magari redatto da laureati al Cepu o in qualche università fantasma
in Albania, ma vicini al partito (studio di settore ovviamente pagato a spese
dei contribuenti) così che il pappone parlamentare possa proporre un nuovo
balzello a sostegno della casta stessa. Davvero un ottimo tempismo se
consideriamo che un recente censimento del WWF Italia parla di circa due
milioni di pescatori sportivi in acque salate!
Per inciso vorrei
farvi notare un piccolo particolare in seno al "profondo" concetto
dell'aumento della tassazione insito nella inetta categoria dei politicanti
italiani: quando nel 2010 il governo Monti aumentò più volte le accise sui
carburanti, i consumi calarono così tanto che il gettito complessivo derivante
della tassazione calò anziché aumentare. Alla fine la benzina costa più cara,
lo Stato guadagna meno ed un incapace come Monti gode dei privilegi economici
da ex Presidente del Consiglio. Gli esempi di questa cieca e bieca politica applicata
da destra e sinistra sarebbero infiniti, ma preferisco limitarmi a questo
esempio.
Vorrei precisare, inoltre, che
personalmente non sono contrario ad una Licenza di Pesca in Mare a titolo oneroso, ma a
condizione che i proventi possano finanziare uno studio scientifico competente sullo stato
del mare e sancire nuove norme, in linea con quelle dei paesi più evoluti, ovvero:
1- aumento delle misure minime di prelievo di ciascuna specie, dettate in relazione alla loro maturità riproduttiva e non inferiori ad un doppio ciclo riproduttivo,
2- identificazione dei periodi di divieto del prelievo a seconda dei cicli riproduttivi di ogni singola specie,
3- istituzione di misure massime di non prelievo per ciascuna specie (pesci riproduttori),
4- identificazione di aree di riproduzione protette e non soggette ad alcun tipo di prelievo ittico,
5- controllo geolocalizzato delle marinerie pescherecce di qualsiasi tonnellaggio,
6- istituzione di un corpo di controllo autonomo, magari sotto l'egida del Corpo Forestale, che batta continuamente sia il territorio costiero, che i rientri in porto per far applicare rigidamente le nuove normative.
1- aumento delle misure minime di prelievo di ciascuna specie, dettate in relazione alla loro maturità riproduttiva e non inferiori ad un doppio ciclo riproduttivo,
2- identificazione dei periodi di divieto del prelievo a seconda dei cicli riproduttivi di ogni singola specie,
3- istituzione di misure massime di non prelievo per ciascuna specie (pesci riproduttori),
4- identificazione di aree di riproduzione protette e non soggette ad alcun tipo di prelievo ittico,
5- controllo geolocalizzato delle marinerie pescherecce di qualsiasi tonnellaggio,
6- istituzione di un corpo di controllo autonomo, magari sotto l'egida del Corpo Forestale, che batta continuamente sia il territorio costiero, che i rientri in porto per far applicare rigidamente le nuove normative.
Bene, a questo punto dagli
esempi del 2006 e del 2014 che cosa ne possiamo dedurre? Nella politica
italiana, a livello locale come a livello nazionale, non contano le capacità
individuali e le competenze specifiche per assurgere a ruolo di legislatore e
chi occupa questo ruolo, nella maggior parte dei casi, è un incapace, perché
privo di propria competenza e privo persino della possibilità di accedere a detta
competenza, in quanto vincolato al tributo elettorale.
Provate ad applicare
questa semplice equazione al di fuori della pesca sportiva e vedrete che i
risultati finali non cambiano in nessun settore pubblico gestito dalla
politica.
In attesa di doverci preparare ad una eventuale battaglia contro questa truffa, la prossima volta che andrete a votare ricordatevi delle parole di Jerry Rubin:
Come non condividere? Io ho aderito all'iniziativa della FIPSAS inviando la mia protesta firmata alle varie "autorità" competenti... ma dubito che qualche email li possa fermare.
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